Ancora un anno: il «Pellegrinaggio di fiducia sulla terra» che avrebbe dovuto svolgersi a Torino dal 28 dicembre 2020 al 1° gennaio 2021 viene rinviato al Capodanno 2021-2022. L’emergenza del contagio impone una «pausa di riflessione» per un evento che dovrebbe portare nel capoluogo piemontese circa 20 mila giovani provenienti da tutta Europa. Ma non c’è solo l’incertezza sulla diffusione del virus nei prossimi mesi ad aver motivato la decisione: il Pellegrinaggio deve potersi svolgere in condizioni di serenità e sicurezza per tutti proprio perché si tratta di un incontro con l’intera città e il suo territorio. I giovani saranno ospiti delle famiglie torinesi e piemontesi, visiteranno i nostri musei, incontreranno persone e comunità dell’intera realtà torinese.
Il rinvio di un anno non è però tempo perduto. Lungo il 2019 e nel 2020 sono proseguiti gli incontri tra i promotori del Pellegrinaggio e le istituzioni locali che si sono impegnate per l’accoglienza, in particolare il Comune di Torino e la Regione Piemonte; la «logistica» di un’operazione come questa è complessa e va a toccare l’intero sistema metropolitano. Si tratta infatti di organizzare un «piano completo» per predisporre luoghi di incontro capienti, posti letto, servizi e trasporti, occasioni di conoscenza e di cultura. I prossimi mesi serviranno per mettere meglio a punto i dettagli avendo presente anche le esigenze della sicurezza.
Il ritrovo a Torino per il Pellegrinaggio di Taizé era stato annunciato a conclusione dell’incontro del 2019 svoltosi a Breslavia in Polonia. In quell’occasione l’arcivescovo Nosiglia aveva anche lanciato la proposta di una ostensione straordinaria della Sindone dedicata ai giovani pellegrini che lo vorranno: un momento forte di contemplazione di fronte a quel Telo che per i credenti richiama i segni della Passione sul corpo di Cristo e che è, per tutti, la testimonianza del dolore e della morte ma anche della speranza e della solidarietà. Anche il momento di contemplazione della Sindone viene dunque rinviato di 12 mesi: ma il tempo potrà forse servire per studiare e realizzare nuove soluzioni di esposizione che, mantenendo ferme le condizioni di sicurezza intorno al Telo consentano maggiori opportunità di «visibilità».
La preparazione al Pellegrinaggio, nei mesi del 2019, è stata anche un’occasione importante di dialogo e confronto ecumenico. Le Chiese cristiane presenti a Torino si sono infatti tutte coinvolte nell’accoglienza ai giovani collegati alla spiritualità di Taizé: fin dal 2017 i responsabili delle Chiese Valdese, Battista, Ortodossa rumena, Evangelica luterana, Avventista sottoscrissero, insieme con la Chiesa cattolica, un documento di invito. Dopo l’annuncio di Breslavia il lavoro comune è continuato per definire contenuti e modalità dell’incontro. Le Commissioni ecumeniche di cattolici ed evangelici, il SAE e i gruppi dei giovani torinesi di Taizé continuano la preparazione in vista dell’evento.
L’arcivescovo di Torino Nosiglia ha poi promosso in diocesi una serie di incontri tra i «frères» di Taizé e i sacerdoti per conoscere meglio la spiritualità del monastero ecumenico francese e le caratteristiche dell’accoglienza. Altri incontri sono stati promossi dalla Pastorale giovanile con i giovani del territorio torinese.
Marco Bonatti